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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
LA CONGIURA DEI PAGGI 
 
La congiura dei Paggi ai danni dell'imperatore macedone Alessandro Magno (356 a.C.- 323 a.C.), venne così chiamata perché uno dei giovani al servizio del re di nome Ermolao, si mise a capo di questa cospirazione per vendicarsi di una punizione subita dal re trascinando con sé poi altri paggi. Si tratta dell'ultimo tentativo di uccidere Alessandro andato a vuoto perché ce ne furono parecchi. Tra le truppe del re ormai da molto serpeggiava il mal contento in quanto i suoi uomini erano stanchi di combattere e desideravano tornare nella loro terra; come lui  gestì poi questa congiura fece aumentare a dismisura l'odio nei suoi confronti.  
Alessandro era spietato con chi pensava lo tradisse e nella congiura dei Paggi fece condannare a morte anche il suo storico che fungeva da segretario, Callistene, seppure nessuno dei congiurati nemmeno sotto tortura avesse fatto il suo nome. Lo storico, imparentato con Aristotele, godeva di immensa fama nel mondo greco e come tutti gli intellettuali amava la libertà di pensiero, così spesso contrariava il re. Egli venne accusato di complicità con Ermolao e mandato a morte molto impulsivamente dall'imperatore che volle vederlo come un sostenitore della cospirazione, naturalmente per poi pentirsene amaramente in seguito (spesso uccideva amici per pentirsene dopo poco).  
E' probabile che Alessandro si rese conto di essersi lasciato trasportare troppo dalla rabbia e soprattutto che lo avrebbero pensato anche gli altri. Una cosa è certa: pagherà caro tale errore. Secondo gli storici nessun altro suo sbaglio suscitò l'odio dei greci come l'uccisione di un famoso filosofo della scuola di Socrate. Già Alessandro non voleva tenere conto delle esigenze dei suoi uomini perciò la morte di Callistene fu la classica goccia. I suoi successi militari continuarono finché la morte non lo colse molto misteriosamente in giovane età, i più credono a causa di un veleno.  
 
(FAGR 21-11-2023)
 
"Alessandro Magno" di Ingres (1780-1867) 
 
 
 
 
 
 
 
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