IL LATO OSCURO DEL BERNINI
Sono tanti gli scultori passati alla storia non solo per la loro bravura artistica, ma anche per il brutto carattere e tra questi spicca Gian Lorenzo Bernini (1598-1680). Nella sua lunga vita si trovò al servizio di ben otto papi e tutti lo considerarono una “grazia di Dio” per il suo immenso talento artistico. Il papa Urbano VIII della famiglia Barberini, che lo definì: “uomo di raro e sublime ingegno, nato per disposizione divina al servizio della gloria di Roma e per portar luce nel nostro secolo”, chiuse entrambi gli occhi quando lui con furia immane, si scatenò contro il fratello Luigi (1612-1681), anch'egli scultore e architetto, mirando senza pietà a togliergli la vita. Il suo lato nero, di solito ben nascosto dai modi cortigiani amati dalla corte papalina, uscì allo scoperto quando scoprì che il fratello minore Luigi gli aveva rubato l'amante. Si trattava della bella Costanza Bonarelli (1614-1662), moglie dello scultore Matteo Bonarelli da Lucca, assistente del Bernini. Il grande maestro impazzì dalla gelosia e i suoi eccessi vengono descritti proprio dalla madre dei due fratelli, Angelica Bernini, in una lettera al cardinale Francesco Barberini, dove lo supplica d'intervenire per calmare la furia bestiale del figlio maggiore contro Luigi. Gian Lorenzo farà sfregiare Costanza in viso da un suo servo (crimine di cui erano spesso vittime le cortigiane) e ferirà con la spada il fratello, il quale sarà costretto a lasciare Roma in fretta per sfuggire alla sua rabbia. La legge non darà ragione alle vittime di violenza: Costanza trattata dai giudici come una cortigiana, dovrà affrontare il carcere per adulterio, invece Luigi che come artista contava poco, fu imposto l'esilio. Gian Lorenzo all'inizio ebbe una multa di 3000 scudi, ma poi il papa Urbano VIII lo graziò completamente e non dovette pagare nemmeno quella. La giustizia a quel tempo veniva interpretata secondo il gusto del potente di turno, tuttavia ciò è cosa nota e non stupisce, strano di tale faccenda è invece che seppure Costanza dopo il carcere tornò a vivere con il marito, il quale la rispettò lasciandole anche i suoi averi in testamento, quando morì non venne seppellita accanto al legittimo consorte, ma nella basilica di Santa Maria Maggiore accanto ai due fratelli Bernini.
(FAGR 30-01-2022)
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