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LA POETESSA AMATA DA MICHELANGELO BUONARROTI 
 
L'opera letteraria di Vittoria Colonna, marchesa di Pesaro, figlia del principe Fabrizio Colonna, comprende numerosi poemi d'amore dedicati al marito, Ferdinando d'Avalo, morto in guerra mentre era al seguito di Carlo V; seppure il loro fosse stato un matrimonio combinato quando erano ancora bambini, fu molto felice, purtroppo però durò poco. La marchesa dopo la morte dell'amato consorte cadde in una profonda depressione dalla quale riuscì ad uscire grazie al suo talento letterario e alla stima degli amici. Quasi tutte le grandi personalità del suo tempo l'ammirarono e la elogiarono tra cui: Ludovico Ariosto, Bernardo Tasso, Pietro Aretino e anche Michelangelo; quest'ultimo l'amò tantissimo, seppure platonicamente e di lei scrisse: -… son fatto tal, che mai più sarò mio.- 
Finché Vittoria Colonna si dedicò ai poemi d'amore suddividendoli in “Rime amorose”, ispirate allo stile di Francesco Petrarca o alle “Rime spirituali”, non ebbe problemi, ma quando entrò in convento e si occupò di faccende religiose le cose cambiarono. Ella pensò di entrare in un gruppo di intellettuali che intendeva portare miglioramenti nella Chiesa cattolica e iniziarono così i suoi guai. La morte infatti la salverà da una inchiesta dell'Inquisizione che perseguitò poi tutti coloro che la onorarono della loro amicizia. 
 
(FAGR 24-04-2021)
 
Ritratto di Vittoria Colonna di Michelangelo Buonarroti