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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
IL GENIO CONQUISTATORE DI TAMERLANO 
 
I grandi conquistatori di terre del passato ebbero sempre un idolo ad ispirarli che ammiravano come se fossero divinità: nel mondo occidentale ci fu Alessandro Magno adoratore dell'eroe omerico Achille, diventato poi egli stesso un esempio meraviglioso per Giulio Cesare e altri, in oriente invece sarà il mongolo Gengis Khan (1162-1227) a fomentare sogni i guerrieri.  
Tra i  fan di Gengis nessuno raggiunse mai la grandezza di Timur Barlas, detto Tamerlano (1336 ca.-1405), il quale desiderò intensamente riedificarne l'impero. Egli era di origine turco-mongola, ma si riteneva un discendente di Gengis Khan e nel suo nome tra il 1370 e il 1405, conquistò larga parte dell'Asia centrale e occidentale fondando l'Impero Timuride.  
Tamerlano è giudicato un genio dell'arte militare per la sua capacità di guidare sempre alla vittoria un esercito sterminato durante il periodo del nostro Medioevo. Grande stratega, distruggeva senza pietà gli eserciti nemici e le città che gli si opponevano proprio come aveva fatto Gengis Khan, ma al contrario di lui, protesse le scienze, i letterati e gli artisti. Amante delle grandiosità, lasciò capolavori architettonici che sono oggi la fortuna delle zone in cui vennero costruiti. Sposò una principessa discendente diretta di Gengis Khan, ma non volle mai nessun altro titolo se non quello di emiro per sottolineare che combatteva solo come discendente del grande capo dei mongoli. La sua fama giunse anche in Europa dove a lui si dedicarono attorno al Seicento opere teatrali (famosa è l'opera “Tamerlano il grande” di Christopher Marlow), ma anche delle opere liriche (ricordiamo “Tamerlano” di Geoge Handel e di Antonio Vivaldi). La mente brillante di questo condottiero mongolo oltre a farlo divenire un mito militare, progettò anche il gioco degli scacchi tamerlani. 
(FAGR 26-09-2020)