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DUE ACCADEMIE CON LO STESSO NOME E IDEALI DI CULTURA 
 
Quando cultura e arti sono ben gestite il progresso umano vola verso l'alto. Già dal Cinquecento a Napoli era sorta una accademia detta degli Incogniti che favorì la pubblicazione di libri e dal carattere aperto tanto da accettare tra  i suoi dotti componenti anche una donna, la poetessa napoletana Laura Terracina (1519-1577), tuttavia sarà Venezia nel Seicento a vedere l'accademia più innovativa e vivace d'Italia; il fondatore sarà lo scrittore veneziano Giovan Francesco Loredan (1607-1661), il quale s'ispirò a quella napoletana chiamandola con lo stesso nome: Accademia degli Incogniti.  
Come a Napoli anche a Venezia si voleva dare grande importanza alle discipline umanistiche, però nel tempo, grazie soprattutto alla politica libera attuata dai Dogi e al successo delle attività editoriali che toccarono molti generi (dalla prosa alla narrativa, dalla poesia alla storiografia eccetera), gli accademici promossero anche la musica e il teatro, edificandone perfino uno proprio: il Nuovissimo.  
Favorirono poi altre arti specialmente quella pittorica e tutte diedero cospicue entrate di denaro. Questa accademia riuniva nel suo circolo nobili, letterati e intellettuali non solo veneziani, ma anche provenienti da altre località italiane e senza nemmeno escludere gli stranieri. L'Accademia degli Incogniti veneziana andò incontro ad un rapido declino quando cambiò il clima politico.  
La Serenissima si riavvicinò al papato, il quale esercitò da subito una vigilanza agguerrita che impedì la libertà di pensiero inasprendo il controllo censorio sulla stampa. Finì che uno degli esponenti più attivi dell'Accademia, Ferrante Pallavicino, venne decapitato con l'accusa di “lesa maestà” per le sue opere letterarie anticlericali e furono incarcerati altri componenti con varie accuse, tra cui i letterati Girolamo Brusoni e Antonio Santacroce.  
Il progresso umano ebbe così un brusco arresto e Venezia che avrebbe potuto uscire attraverso la cultura e le arti dal tracollo economico iniziato a fine Cinquecento non si riprese più.  
(FAGR 26-09-2020)
 
 
 
 
 
 
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