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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
QUANDO NEMMENO IL TEMPO SVELA LA VERITA' 
 
Lo scandalo di Arpalo fu una vicenda giudiziaria ateniese del IV secolo a. C. che scaldò molto gli animi dei contemporanei. Ad essere principalmente danneggiato fu l'oratore Demostene, il quale essendo un anti-macedone convinto, si lasciò coinvolgere in una faccenda di corruzione di cui ancora oggi si ignora se fosse colpevole o no; in ogni caso  dovette fuggire da Atene perché dichiarato corrotto e costretto a pagare una forte multa.  
Nel 324 a. C. il nobile macedone Arpalo, tesoriere di Alessandro Magno, decise di tradirlo disertando e portando con sé una grossa somma di denaro. Il suo piano era quello di chiedere asilo ad Atene e di persuadere gli ateniesi ad insorgere contro Alessandro. Dapprima Atene non gli permise di entrare in città, ma poi Demostene, proprio perché accanito anti-macedone, consigliò di farlo entrare per arrestarlo. L'assemblea ateniese che governava a quel tempo decise di seguire tale consiglio e di prendere il controllo della grossa somma di denaro rubato ad Alessandro. Quando Arpalo riuscì a fuggire, si scoprì che metà di quel tesoro era sparito e si accusò Demostene di essere stato in accordo con Arpalo. Demostene fuggì nell'isola di Egina (50 Km da Atene), tuttavia gli ateniesi abrogarono presto questa sentenza e mandarono una nave da lui per riportarlo in patria. Alla morte dell'imperatore Alessandro Magno Demosterne tentò ancora di far liberare Atene dal dominio macedone, ma perse la sua battaglia e fu costretto ad avvelenarsi per non cadere in balia del nemico. Che avesse preso quel denaro o meno, la brutta faccenda dello scandalo di Arpalo fu comunque presto scordata perché gli ateniesi fecero erigere una statua a Demostene quando morì e alla sua discendenza venne garantito di poter abitare nel Pritaneo, l'edificio pubblico più illustre di Atene, dove ardeva sempre il fuoco sacro.  
 
(FAGR 20-01-2024)
"Demostene" di Antoine Lecomte du Nouy (1842_1923)