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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
LUCUSTA, LA PRIMA DONNA DIVENUTA FAMOSA COME AVVELENATRICE 
 
Nessuno prima di Lucusta, detta anche Locusta, morta nel 69 d. C., ebbe tanta fama come avvelenatrice seriale. Fu così famosa che a lei si rivolse Agrippina Minore quando decise di avvelenare suo marito, l'imperatore Claudio per prendere il potere mentre suo figlio Nerone (non di Claudio ma adottato) era ancora giovane e malneabile.  
Nata in Gallia, Lucusta si trasferì da adolescente a Roma dove aprì presto un emporio sul colle Paladino; seppure brava erborista, ciò che vendette di più da subito per la grande richiesta, furono i veleni perciò ne divenne grande esperta. A questa erborista si rivolgevano le classi ricche qando volevano liberarsi di un parente o di un amante scomodo e  le andò tutto bene finché a rivolgersi a lei sarà l'imperatrice Agrippina Minore.  
Servire una componente della famiglia reale di certo le avrà reso ancora di più in termini economici, tuttavia il rischio era maggiore e si spera ne fosse conscia. Quando l'imperatrice venne fatta uccidere dal figlio Nerone ormai desideroso di regnare senza la sua interferenza, Lucusta nel 55 d. C. sarà condannata a morte.  
Nerone però alla fine pensò che una esperta avvelenatrice poteva fare comodo e la salvò all'ultimo momento chiedendole in cambio di avvelenare Britannico (figlio di Claudio e Messalina), un fratellastro suo erede di cui si fidava poco.  
Locusta ebbe successo e da quel momento divenne ancora più ricca, ma non durò a lungo, avere a che fare con la dinastia  giulio-claudia poteva essere come camminare sul fuoco.  
Fu lei a procurare il veleno per il suicidio a Nerone e dopo la morte di questo imperatore, invece di sparire come sarebbe stato saggio fare, credette di poter essere ancora utile ai sovrani successivi, ma si sbagliò di grosso. L'impertatore Galba a cui evidentemente non servivano i suoi servigi, le procurò una morte orribile dopo averla umiliata e trascinata in catene per la città.  
Da quel giorno il suo nome divenne il simbolo della avvelenatrice per eccellenza e nessuno più la dimenticò; ancora nell'Ottocento alcuni artisti le dedicarono dei quadri come il pittore francese accademico Joseph-Noel Sylvestre, il quale dipinse nel 1870 “Lucusta sperimenta un veleno su uno schiavo”. 
 
(FAGR 26-11-19)
 
 
 
 
 
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