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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
UNO SCRITTORE LITIGIOSO 
 
L'ambizioso scrittore, giornalista, saggista e critico letterario francese Emile Zola (1840-1902) di origini veneziane, nella vita non guardò mai in faccia a niente e nessuno quando si trattava di aver successo nel suo lavoro.  
Il pittore Paul Cézanne, suo amico per trent'anni, praticamente fin dalla gioventù (studiarono assieme al college Bourbon), scoprì a sue spese il vero carattere di Zola quando pubblicò L'Oeuvre del ciclo dei Rougon-Macquart, la storia di un pittore fallito e suicida in cui tutti lo riconobbero (lui ebbe successo solo in tarda età). Naturalmente quella amicizia dopo finì, ma Zola non sembrò mai dispiacersene troppo e non chiese mai scusa.  
Risulta anche molto conosciuta la sua decisione di rifiutare di firmare la petizione per ridurre la pena a Oscar Wilde avuta per oltraggio al pudore (così chiamavano in Inghilterra l'omossessualità); persone facoltose sia a Londra che a Parigi tentarono di raccogliere firme per aiutare Wilde, ma ebbero scarso successo.  
La natura del giornalista sempre presente in Zola, sapeva che saper gestire nel giusto modo gli scandali portava al successo e la questione dell'omossessualità lui la ritenne sempre fuori dalla cerchia dei buoni affari da tenere in considerazione. La morte del padre ingegnere mentre era ancora in tenera età e la situazione di disastro economico che si riversò di conseguenza sulla sua famiglia, lo cambiò molto. Trovarsi a passare da una situzione privilegiata all'indigenza, fu per lui un trauma da cui non si riprenderà mai completamente.  
Di sicuro imparò il valore del denaro e dopo agì sempre come un temerario pur di non ritrovarsi più povero. Era molto intelligente e così usò più la ragione che il cuore. Mandò al diavolo le amicizie che non servivano più come quella con Cézanne e il povero Oscar Wilde poi poteva anche continuare a marcire in prigione a vita deriso dai secondini per quel che gli importava.  
Considerò invece lo stile letterario del Naturalismo splendidamente già sperimentato da Honoré de Balzac e Gustave Flaubert, perfetto per i suoi gusti sempre protesi a far parlare di sé; a lui piacevano le storie che facevano clamore, capaci di scuotere la sua società, proprio come esigeva il Naturalismo e i romanzi “Thèrèse Raquin” con “Madeleine Fèrat” ne sono la prova.  
Fece anche il critico letterario, ma né come scrittore né come critico, sollevò tanto scalpore come il suo ricercare scandali nel campo del giornalismo politico. Fu lui a mettere in moto l'affare Dreyfus e la sua ricerca di scandali questa volta fece il colpo grosso per il numero elevato di estremisti di destra che si mise contro. Forse troppo grosso.  
Zola morì per le esalazioni tossiche di una stufa, ma i dubbi che sia stato assassinato non sono mai stati fugati del tutto. 
 
(FAGR 27-7-19)
 
Ritratto di Emile Zola  
 
(di Edouard Manet)