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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
I ROMANZI DEL TERRORE 
 
Il La letteratura horror mosse i suoi primi passi nell'Ottocento grazie alla corrente del Romanticismo, la quale alimentava il gusto per il mistero, il soprannaturale e tutto quanto era irrazionale, come reazione all'eccesso di sicurezza che l'Illuminismo in voga dimostrava verso la scienza.  
La filosofia romantica combatteva contro la ricerca di razionalità voluta dagli illuministi, i quali credevano possibile controllare anche la più piccola emozione. Creando spavento, raccapriccio, ribrezzo, repulsione i romantici intendevano dimostrare che vi era molto di più al mondo di quanto si poteva dimostrare con gli studi scientifici.  
Il capostipite del romanzo gotico risulta il “Castello di Otranto” di Horace Walpole, il quale scrisse la prima storia di fantasmi della letteratura; si tratta di una storia che si svolge in un castello della Puglia all'epoca delle crociate e mischia realtà con il sovrannaturale. 
Dopo questo testo di Walpole ci furono per molti anni edizioni poco originali finché arriverà la scrittrice Ann Radcliffe (1764-1823) a dare nuovi spunti al genere. Sarà però Mary Shelly (1797-1851) a scrivere il romanzo dell'orrore più famoso della letteratura: Frankenstein, capace di dare inizio al filone fantascientifico.  
Il successo letterario sia di Walpole che di Shelly si dovrà in gran parte a lord Bayron, loro amico e appassionato  di storie dell'orrore. Il padre dell'horror moderno fu lo scrittore Edgar Allan Poe (1809-1849), il quale abbandonerà poi le storie con fantasmi e castelli malefici completamente per dedicarsi allo studio della follia omicida, delle fobie, le ossessioni, la tortura psicologica e altre degenerazioni della vita umana suscitate da componenti provenienti dai meandri della mente.  
(FAGR 21-10-18)
Horace Walpole 
 
(di John Giles Eccardt)