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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
IL FRATE ACCUSATORE 
 
Un posto di gran rilievo tra i più accaniti nemici della Scienza lo merita senza dubbio il frate domenicano Tommaso Caccini (1574-1648), ossia colui che denunciò Galileo Galilei (1564-1642) presso il Sant'Uffizio (nome che prese la Santa Inquisizione medioevale nella seconda metà del Cinquecento). Si era nei giorni precedenti al Natale del 1614 quando questo frate come regalo di pace natalizia, accusò apertamente Galileo, padre della Scienza moderna, dal pulpito di Santa Maria Novella a Firenze, di essere un servitore del diavolo; con una predica infervorata disse peste e corna di tutti i matematici in generale, ma colpì proprio lui in particolare citando il suo nome e cognome e additandolo  ai presenti come colui che osava contraddire la Sacre Scritture sostenendo le teorie di Copernico. Al Caccini però il solo cercare di denigrarlo davanti ai fiorentini non bastò per cui si recò dopo a Roma con tutta l'intenzione di rovinarlo completamente (incoraggiato ovviamente dai confratelli del suo convento). Frate parecchio scaltro, a Roma  egli descrisse lo scienziato al tribunale del Santo Uffizio come uomo che alcuni dicevano religioso, ma altri lo vedevano amico dei nemici della Chiesa; comunque tanto disse e tanto fece che alla fine riuscì a farlo processare e condannare al carcere. Forse Tommaso Caccini pensava così di guadagnarsi un posto in paradiso, tuttavia di certo su questa terra si è guadagnato solo per l'eternità il biasimo di tutte le generazioni future.  
 
(FAGR 22-2-17)
 
Il processo di Galilei 
 
(di Joseph-Nicolas Robert Fleury)