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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
L'ALCHIMIA 
 
L'Alchimia nacque nell'Antico Egitto come scienza sacra che mirava a tramutare i metalli vili in argento e oro.  
Le scoperte alchimistiche in passato venivano scritte con un linguaggio difficile da decifrare per non renderle note ai non addetti, così quanto scoperto da un alchimista come poteva essere la virtù di una pianta medicinale, non veniva mai perfezionato da altri.  
L'Alchimia passata come scienza dagli egiziani agli arabi, poi ai greci e successivamente anche ai romani, mirò soprattutto a creare un liquido che potesse donare l'eterna giovinezza (elisir di lunga vita) o come ripiego, medicamenti atti a guarire qualsiasi malattia.  
Secondo gli alchimisti tutti i metalli hanno in sé una materia che se raggiunge la purezza totale, diventa una sostanza magica donante l'eternità; tale fenomeno può avvenire solo attraverso misteriosi processi (pietra filosofale, grande elisir ecc.) a noi rimasti sconosciuti.  
Il più antico testo di Alchimia si chiama: “Tavola di smeraldo” ed è del II secolo a.C., dopo ve furono molti altri.  
Questa scienza se non raggiunse mai i suoi scopi, di sicuro diede le basi per le scienze moderne, particolarmente per la chimica moderna. Durante tutto il Medioevo fino al secolo XVIII, gli alchimisti furono accusati dalla Chiesa di stregoneria per il loro fare uso di rituali magici pagani; nel Settecento però questi primi scienziati ottennero i favori dei regnanti, i quali sovvenzionarono i loro studi, tuttavia già nel secolo successivo, vennero bollati come ciarlatani per il fallimento dei loro esperimenti. 
 
(FAGR 5-9-16)
Rappresentazione allegorica dell'Alchimia