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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
SCULTURA MANIERISTICA 
 
A fine Cinquecento ovunque imperversava il Manierismo. Tutti gli artisti lavoravano studiando i grandi maestri rinascimentali: Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ma le interpretazioni di questi geni a poco alla volta divennero sempre più ripetitive e poco originali.  
Tra gli scultori manieristi più bravi spicca il talento del fiorentino Benvenuto Cellini (1500-1571), artista dalla vita travagliata che si troverà spesso a fuggire di città in città perché inseguito dalla legge. Sempre alla ricerca dello stupefacente, il Cellini dotato di un'abilità tecnica eccezionale, seppe incantare come esigeva il Manierismo e farsi perdonare tutti i suoi difetti da Cosimo I, Granduca di Firenze, il quale lo graziò dei suoi reati e lo riaccolse in città da dove lo aveva precedentemente cacciato, permettendogli di trascorrere una vecchiaia tranquilla. 
Tra i capolavori scultorei del Cellini vi è il Perseo che orna la Loggia dei Lanzi a Firenze e il Busto di Cosimo I (Granduca di Toscana per cui lavorò). 
Altro scultore di indiscutibile talento nel periodo manierista, fu Jean Boulogne (1529-1608), soprannominato Gianbologna. Egli nacque a Douai, allora fiamminga e venne in Italia come molti altri artisti per studiare arte, ma vi soggiornò dopo fino alla morte. Nel 1559 divenne scultore ufficiale di Francesco de' Medici e rimase quasi sempre a Firenze, tranne che per brevi periodi come tra 1563 e il 1566 quando eseguì la famosa fontana di Nettuno a Bologna. Subito dopo gli commissionarono le statue di Sansone e il Filisteo, Mercurio, la Fontana di Oceano, Venere della Grotticella, il Ratto delle Sabine, numerosi piccoli bronzi e la gigantesca opera scultorea dell'Appennino nel parco di Pratolino. 
 
(FAGR 9-12-16) 
Giambologna "Figura femminile"