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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
IL PERIODO BUIO DEGLI "SPIRITUALI" 
 
Michelangelo Buonarroti (1475-1564) ha paura, molta paura. La sua grande amica, la marchesa Vittoria Colonna (1490-1547), era morta in un modo misterioso. Troppo misterioso. Aveva creduto possibile il realizzarsi di un sogno, ma si era sbagliato. E anche di grosso. Stava iniziando una caccia alle streghe e ormai non era più sicuro a Roma... doveva assolutamente andarsene. Era stato bello riunirsi di nascosto, sentire di far parte di qualcosa d'importante, ma adesso il terreno gli bruciava sotto i piedi. 
A dare inizio al periodo più nero della vita di Michelangelo, era stata la morte di Paolo III, un papa di miti consigli sostituito con l'elezione  del cardinale Carafa al papato con il nome di Paolo IV, un uomo dispotico e nemico giurato degli Spirituali, come venivano chiamati gli intellettuali che speravano di indurre la Chiesa a una riforma pacifica in grado di frenare gli animosi eccessi dei riformisti del nord Europa.  
Michelangelo grazie alla sua amica Vittoria, era diventato uno spirituale convinto e chissà quante volte deve aver scosso il capo chiedendosi perché mai Dio si fosse preso il buon Paolo III per mettere alla guida del papato Carafa, un uomo intento già come cardinale a capo dell'Inquisizione ad inasprire gli animi e creare ancora più spaccature di quelle che si stavano già aprendo nella Chiesa.  
Per l'artista le cose in effetti si mettevano davvero male. Quando Carafa aveva chiamato il frate Bernardino Ochino (1487-1564), un riformatore eretico per interrogarlo, questi intuì d'essere stato tradito e fuggì all'estero spaventato; subito dopo erano incominciate le persecuzioni contro le persone che lo avevano frequentato come appunto il gruppo degli spirituali, amici di Michelangelo.  
Pietro Manelfi, dopo essere stato un eretico, nel 1551 si auto-denunciò davanti all'Inquisizione proclamandosi pentito e puntò il dito contro Ochino e chi altri conosceva che stava complottando per cambiare la Chiesa (oggi Manelfi è rimasto famoso solo per questa sua denuncia). 
Vittoria era morta misteriosamente nel 1547 e poco dopo con la denucia del Manelfi, probabilmente istigato dal cardinale Carafa (venne eletto papa nel 1555 da cardinali che approvavano il suo lavoro di capo Inquisizione), tutti gli amici del genio toscano finirono in carcere. Con l'elezione del suo nemico a pontefice della Chiesa, Michelangelo temette davvero per la sua vita perché Paolo III non poteva più proteggerlo. Si era reso conto che preso dall'entusiasmo aveva lasciato tracce del suo pensiero anche nella sua arte e non dormiva più la notte; spesso cambiava nei suoi cartacei quanto poteva comprometterlo temendo si potesse trovare indizi contro lui, ma non riusciva comunque a stare tranquillo. Tuttavia se Paolo IV fece vedere verde a tutti gli spirituali, lasciò in pace Michelangelo perché gli serviva come artista.  Questo pontefice sconfisse gli spirituali e applicò severamente una Controriforma che inasprì ancora di più i seguaci di riformatori severi come Lutero o Ochino, ma ciò dimostra solo quanto nella Storia spesso i vincitori siano dalla parte del torto. La riforma della Chiesa alla fine si farà (anche se secoli dopo), ma di sicuro risultava indispensabile già da allora. Se gli spirituali avessero vinto e persuaso il papa a cambiare delle regole, si sarebbero evitate tutte le guerre tra cattolici e protestanti, compresa quella dei Trent'anni che insanguinò le strade europee. 
 
(FAGR 16-1-17) 
Ritratto di Vittoria Colonna di Anonimo