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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
L'ASTUZIA DI BERTOLDO 
 
Tra i maggiori scrittori  autodidatti di successo risulta l'emiliano Giulio Cesare Croce (1550-1609), il quale apparteneva ad una famiglia di fabbri e lo divenne anche lui, tuttavia lasciò il suo lavoro per fare il cantastorie.  
Il giovane ex fabbro divenne dopo famoso cantando le sue storie in fiere e mercati soprattutto, ma anche in case patrizie, tuttavia a comprare i suoi scritti furono in maggioranza la gente comune che sapeva leggere.  
Egli con Bertoldo, il suo personaggio più celebre, diede voce ai più umili mettendo in risalto l'astuzia del contadino rispetto ai nobili, una sorta di rivalsa rispetto alle angherie che invece pativano le classi più umili. Il suo lavoro letterario è una importante testimonianza della vita di fine Cinquecento della povera gente, la quale non veniva prima mai calcolata dagli scrittori e si dovrà poi attendere il Romanticismo ottocentesco per vederne altri sviluppi.  
Alla fine del XVI iniziava però a cambiare qualcosa nel pensiero umano e in Italia assieme alla rivoluzione portata in pittura da Caravaggio, vi fu quella di Croce, il quale amò essere libero di esprimersi come voleva senza avere obblighi verso nessuno e per questo non ebbe mai protettori (e sempre per questo morì povero). 
 
(FAGR 5-9-16)
Giulio Cesare Croce