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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
LE DISGRAZIE DEI "MALAVOGLIA" 
 
Il lavoro letterario più famoso dello scrittore siciliano Giovanni Verga (1840-1922), risulta essere i “Malavoglia”; tutti i romanzi di questo scrittore hanno per protagonisti degli “sconfitti”, ossia coloro che il progresso non favorisce, ma anzi danneggia, proprio come accade in questo testo; è questo un tema che verrà poi teorizzato da Luigi Capuana per il movimento letterario del Verismo, il quale ne fu il fondatore assieme al Verga. 
Il Verismo letterario si ispirò al Naturalismo francese; amò soprattutto descrivere la realtà sociale dal punto di vista dei vinti, pertanto in tutti i racconti del Verga appaiono disgrazie e di conseguenza “disgraziati”. Sulla famiglia di pescatori siciliani benestanti di Aci Trezza, i Toscano, detti  “Malavoglia”, si abbatté infatti parecchia sfortuna: la piccola imbarcazione di nome Provvidenza subirà due naufragi,  uno dei nipoti del protagonista Padron Ntoni, muore nella battaglia di Lissa, ma a dare origine all'inizio della distruzione di questo nucleo familiare, sarà la partenza per il militare del figlio primogenito di Padron Ntoni nell'esercito sabaudo, perché era fondamentale per l'equilibrio del sostentamento di tutti loro e senza di lui niente sarà più dopo come prima.  
“I Malavoglia” rientra tra i primi romanzi moderni in cui viene descritto il pensiero: nessuno nella lotta per la vita è al sicuro, né ricchi né poveri; tale  riflessione verrà ripresa tempo dopo con gran successo da scrittori americani come Erskine Caldwell e altri.  
 
(FAGR 05-09-2016)
Giovanni Verga