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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
LA PIU' FAMOSA DELLE GIARDINIERE 
 
La Società delle Giardiniere, ispirata dall'Ordine dei Giardinieri (versione maschile), riuniva nell'Ottocento le donne intellettuali dell'alta borghesia affiliate alla Carboneria, le quali furono fondamentali per il successo del nostro Risorgimento; senza di loro infatti i nostri patrioti non sarebbero mai riusciti ad unire gli Stati italiani nel 1861. Si chiamavano “giardiniere” perché s'incontravano nei giardini per attuare gli scopi della società segreta a cui appartenevano, intenta a formare uno Stato guidato solo dai  re di casa Savoia, in quanto non di origine straniera ma italiana. Molte sono state le “maestre giardiniere” disposte a patire perseguzioni (anche la morte se neccessario) e tra queste la più famosa è senz'altro la principessa milanese Cristina Trivulzo di Belgioioso (1808-1871), destinata a diventare la  “principessa rivoluzionaria” (come veniva chiamata), a cui parecchi carbonari si rivolsero quando ebbero bisogno di aiuto. Ella fu una grande protagonista delle Cinque giornate di Milano e presente anche a Roma nel corso della battaglia per la difesa della Repubblica Romana. Per il suo impegno politico fu perseguitata dagli austriaci, i quali le sequestrarono i beni in Lombardia costringendola anche a vivere dieci anni in esilio a Parigi. In Francia si diede comunque sempre da fare per aiutare gli esuli italiani anche se ormai diventata povera. Essendo giornalista, diventò editrice di giornali rivoluzionari di immensa importanza per favorire l'accrescere del fervore pattrico, inoltre come scrittrice di talento, divenne l'autrice di parecchi romanzi incentrati sulla Prima guerra d'Indipendenza, altra meravigliosa pubblicità per la causa risorgimentale. Se quanto lei fece come rivoluzionaria l'avesse fatto un uomo, senz'altro con l'arrivo dell'Unità d'Italia, sarebbe giunto in ricompensa un seggio in Parlamento, ma era donna e né seggio né altra carica politica le venne mai offerta.  
Cristina Trivulzo era andata in sposa a sedici anni al principe Emilio Barbiano di Belgioioso, un noto libertino che la fece solo soffrire, ma non fu fortunata nemmeno con il suo amore per il sogno di una Italia unita, giacché le causò perseguzioni, povertà e nessun riconoscimento quando alla fine arrivarono i Savoia a regnare. La principessa infatti visse dopo la proclamazione del Regno d'Italia per altri dieci anni completamente ignorata da tutti coloro che prima si erano serviti del suo gran cuore. 
 
(FAGR 30-05-2023)
 
 
 
 
 
 
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