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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
UN CAPO FEROCE 
 
Invadere le terre altrui nei tempi passati prima che si costruissero le leggi e i concordati moderni era all'ordine del giorno, molti quindi furono gli imperi che si formarono per mano dei condottieri più spietati dotati di ingegno militare. Fermare le invasioni allora non era facile e uno Stato poteva impedirlo solo se dotato di un capo più feroce di quello dell'esercito rivale oltre che più esperto di tattiche militari. Il primo granduca di Lituania (ex Stato sovietico) il grande Mindaugas (1200 ca. - 1263), fu tutto questo e risulta l'unico ad essere stato incoronato re della Lituania, Stato che senza di lui non sarebbe mai esistito. I più temuti popoli invasori dei suoi tempi  che si muovevano nell'est Europa, risultano i Tartari; di origine turca si mescolarono con i Mongoli durante l'Impero di Gengis Khan (1162 – 1227), ma alla sua morte tornarono a cercare terre proprie. Fu proprio Mindaugas ad arrestarne l'avanzata impedendo loro di stabilirsi nelle terre dove vivevano i lituani. Guerriero formidabile, egli non solo mise in fuga i Tartari, ma si fece rispettare anche dalla sua gente, tanto che già nel 1236, venne riconosciuto come capo di tutti i lituani. Della sua vita si sa poco. Le fonti dell'epoca lo descrivono come uomo scaltro che fece matrimoni di convenienza e tanto spietato da assassinare chiunque gli si opponeva. Deteneva un potere assoluto e le cose gli andarono bene fino a quando il nipote Treniota, lo tradì complotando con un suo nemico per detronizzarlo. Mindaugas morì assassinato, ma anche suo nipote, secondo duca della Lituania, fece presto la stessa fine. Fino al XX secolo si parlò sempre male di Mindaugas, però oggi è stato rivalutato e gli si attribuisce il merito di aver fondato lo Stato lituano e di averlo difeso dall'avanza dei Tartari verso il mar Baltico. 
 
(FAGR 23-02-2023)