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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
SPUNTI LETTERARI  
 
Francesco Petrarca poté permettersi di dire di non aver mai letto nulla di quanto scritto da Dante, ma di sicuro non poté fare altrettanto il parigino Jean-Baptiste Foquelin (1622-1673), noto con lo pseudonimo di Molière, rispetto le commedie del commediografo romano Tito Maccio Plauto (morto nel 185 a.C.).  
Che il famoso attore e commediografo francese abbia preso spunto dalla letteratura classica per scrivere i suoi testi nessuno potrebbe negarlo, seppure poi rese attuali i protagonisti mostrandoli con le fattezze di personaggi molto in vista in società. Descrivere le apparenze fisiche di un uomo o una donna è una cosa, inventare le linee costruttive di un racconto è però un'altra.  
Il vecchio Euclione di Aulularia di Plauto, risulta un soggetto identico ad Arpagone dell'Avaro di Molière; come lui ha il terrore ossessivo di essere derubato, inoltre come il poeta latino, lo scrittore parigino cercò l'effetto comico nelle situazioni tratte dal quotidiano. Molière scrisse commedie con espressioni buffe al pari di Plauto, ma seppe far fruttare bene gli spunti presi, magari tutti gli scrittori di oggi avessero il suo talento. Alzi la mano chi di noi prendendo un libro in mano, non ha avuto numerose volte l'impressione di leggere sempre la stessa storia, copiata e ricopiata, cambiata solo in alcuni punti, grazie alla paura degli autori moderni di essere accusati di plagio. 
 
(FAGR 12-7-17)
Arpagone