ARCHITETTURA OMNIA 
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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
FRANCESCO BORROMINI 
 
Tra i più grandi rappresentanti dell'architettura barocca vi è Francesco Borromini ((1599-1667), che compì opere memorabili grazie anche alle raccomandazioni dell'architetto di origini ticinesi come lui, Carlo Maderno (1556-1629), suo parente da parte materna, il quale lo volle come suo collaboratore nella fabbrica di San Pietro a Roma a partire dal 1614.  
Francesco, orfano di padre, aveva fatto esperienza come tagliapietre a Milano presso un altro zio materno nella fabbrica del Duomo, ma il suo sogno era sempre stato quello di divenire un importante architetto e per questo rimase molto male quando morto il Maderno nel 1629, il papa Urbano VIII della famiglia dei Barberini, deluse le sue speranze affidando il ruolo di capo architetto della fabbrica di San Pietro allo scultore Gian Lorenzo Bernini, il quale di architettura ne sapeva davvero poco. I suoi problemi nervosi partirono probabilmente proprio nel diventare solo un semplice collaboratore di uno scultore troppo fresco di nozioni architettoniche, difatti sono risapute le furiose litigate tra loro. Sarà il papa Innocenzo X ad affidargli la prima commissione personale e a stimarlo molto, infatti sotto il suo pontificato il Borromini poté stare più tranquillo, però alla sua morte perse di nuovo il lavoro perché il successivo pontefice Alessandro VII Pamphili, preferì affidare le commissioni ad un altro architetto. 
Francesco cadde così in una profonda depressione e una sera con uno scatto d'ira contro un servo che si era rifiutato di consegnargli un lume (per ordine del suo medico  preoccupato di cosa lui potesse fare con cose pericolose), si ferì gravemente con una spada; si ignora se per sbaglio o con l'intenzione di uccidersi, ma purtroppo dopo due giorni di agonia morì. 
(FAGR 5-9-16)
 
Ritratto di Borromini 
Sant'Ivo di Borromini 
 
Sant'Ivo di Borromini