SCULTURA ETRUSCA
I popoli italici maggiormente influenzati dalla cultura greca furono gli etruschi e i romani.
Gli etruschi già dal VII secolo a. C., lavoravano i sarcofagi e i vari oggetti dei corredi funebri con incisioni su terracotte e bronzi.
La scultura etrusca ebbe come sua testimonianza più antica i canopi, delle urne cinerarie in terracotta o bronzo che si usavano già dal VII secolo a.C. e solo successivamente si diffuse l'uso dei sarcofagi in terracotta con raffigurata la coppia di sposi sul loro letto che vi veniva dentro deposta.
L'unico nome di scultore etrusco a noi pervenuto è Vulca, del VI secolo. Suo o di qualche suo allievo, si ritiene sia uno dei capolavori dell'arte etrusca scultorea, un Apollo in terracotta che nonostante dimostri delle influenze greche, esprime il senso etrusco di vitalità e azione risaltato in tutti i personaggi che si raffigurava.
Altri capolavori scultorei etruschi, sono: la Lupa Capolina e la cosiddetta Chimera d'Arezzo, dove la vitalità tanto amata dagli etruschi, si concentra nella potenza animalesca.
Nell'ultimo periodo dell'arte etrusca, si nota un ulteriore avvicinamento a quella greca. Questo popolo non perderà però mai la sua visione realistica della vita (dote che si trasmetterà poi ai romani), e nel raffigurare i loro dei, li preferiranno sempre avvinti nella danza, nel suonare strumenti, in azioni di caccia o comunque, legati ai valori più terreni che spirituali.
Tra i capolavori di scultura etruschi eseguiti nell'ultimo periodo della loro civiltà, è da ricordare anche l'Arringatore del Trasimeno della fine del II secolo e l'urna dei Vecchi coniugi di Volterra.
(FAGR 5-9-16)
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