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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
LA SCULTURA ARCAICA 
 
Il bisogno di esprimere i propri pensieri tramite immagini che potessero essere toccate e viste a piacere, nacque praticamente assieme all'uomo.  
La scultura di pietre è un'espressione artistica già risalente al lunghissimo periodo della Preistoria e dai ritrovamenti archeologici si può affermare che già da Paleolitico Superiore, circa ventiquattromila anni prima di Cristo, si scolpiva ciò che più colpiva l'immaginazione. Famose sono le sculture di corpi femminili ritrovate in tutta Europa proprio del periodo Paleolitico Superiore e dette “Veneri”, con le parti intime ingrossate per esaltare la fertilità della donna. 
Nell'antico Egitto si conoscevano dal XIV secolo a.C., tutte le tecniche di scultura con marmo, granito, legno ecc., anche se si preferiva lavorare la pietra. Le famose piramidi di Cheope, Chefren, Micerino e Giza presso Menfi, si costruirono attorno al 2720 – 2560 a.C., ma furono il frutto di elaborazioni di cappelle funebri precedenti di grandezza minore, ma comunque imponenti fatte con mattoni a forma di parallelepipedo. In Egitto la scultura fu legata principalmente all'architettura. Quando si voleva impreziosire e rendere più maestoso un monumento, intervenivano gli artisti scolpendo figure. Tuttavia a partire dalla IV dinastia egizia, appaiono nelle tombe come arredi funebri della gente comune, statuette calcaree dipinte che ci mostrano i vari lavori dei servi. Esse sono meno stilizzate e ricche di particolari descrittivi che si sono rivelati di grande importanza per conoscere la vita di quei tempi. 
L'arte egiziana stilizzava le figure, ma ricercava anche con attenzione l'eleganza delle figure, le quali apparivano sempre immobili e alquanto simili nei tratti. Tra i capolavori scultorei egizi va ricordata la statua di Chefren in trono, scolpita in pietra dura, simbolo della potenza divina del faraone e i colossi del tempio di Ramesses II nella Valle dei Re. 
In Mesopotamia i materiali per scolpire non erano facili da reperire come in Egitto per cui si preferirono sculture di piccole dimensioni o bassorilievi per immortalare le gesta e le imprese guerriere dei re. 
Le antiche popolazioni mesopotamiche diedero grande importanza all'architettura e affidarono alla scultura opere di piccole dimensioni, ma tra le più maestose e notevoli dal punto di vista artistico, vi sono le decorazioni a bassorilievo delle scalinate persiane, tra cui ricordiamo quella monumentale di Persepoli che conduceva alla sala dei ricevimenti e quella che portava all'Apadana. 
Persepoli fu costruita dal re Dario e poi finita da Serse, unicamente per poter festeggiare le feste dell'anno nuovo che consacravano l'unità dello Stato; ciò ci dice molto dell'assolutismo fastoso degli imperi medio orientali. 
Le figure di questi bassorilievi erano sempre uguali e ripetute continuamente; si trattava di dignitari di corte che sfilavano durante cerimonie e la ripetizione delle loro immagini scolpite crea un effetto di grande solennità. 
Durante l'età del Bronzo fiorì a Creta una grande civiltà, molto diversa da quella egiziana e mesopotamica, basata non sull'agricoltura come le precedenti, ma sul commercio. La civiltà cretese porrà le basi per lo splendido sviluppo della successiva arte greca nel Peloponneso. Essa copre il periodo che va dal 2500 al 1400 a.C. di cui ci rimangono statue in argilla di idoli delle isole del mare Egeo e il bellissimo Palazzo di Cnosso a Creta, dove vi è uno splendito trono scolpito in gesso risalente a circa il 1450 a.C. 
Creta fu abitata da gente pacifica che non costruì mai difensive per la propria terra perché sempre priva di invasori dai tempi dei tempi, venne però poi invece invasa dagli Achei, un popolo guerriero di origine indoeuropea instaurato nel Peloponneso con come suo centro più importante la città di Micene. 
La civiltà micenea (greca) finì per assorbire completamente quella minoica (cretese).  
Le sculture degli Achei e dei successivi invasori della penisola balcanica, i Dori (i quali si fecero sempre chiamare Elleni), avvenute attorno al secolo IX a. C., furono eseguite in oro, alabastro e bronzo; si tratta di piccole statue raffiguranti i loro dei e i loro atleti, quasi sempre nudi con un elmo in testa.  
Dal VII al VI vi è il periodo greco detto Arcaico, dove incominciano apparire statue di forma monumentale caratterizzate da sorrisi particolari creati dagli sforzi degli scultori di rendere bidimensionali i volti. Le figure sono ancora stilizzate come quelle egiziane, tuttavia si nota già l'inizio dello studio sui corpi che farà grande l'arte scultorea greca.  
 
(FAGR 5-9-16)